05 Agosto 2019
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Asiagofestival 2019.

Gli strumenti ad arco sono i veri protagonisti di questa 53esima edizione del festival che tornerà ad animare il centro di Asiago con una programmazione inedita e multiforme.

Dal 6 al 18 agosto 2019 l’AsiagoFestival tornerà ad animare il centro di Asiago con una programmazione anche quest’anno inedita e multiforme. Giunto oramai alla sua 53esima edizione, il Festival nacque grazie a Fiorella Benetti Brazzale come grande manifestazione incentrata sulla musica organistica e sacra. Nel corso della propria storia il Festival ha ampliato i propri  orizzonti, aprendosi fino alla musica contemporanea ed ospitando formazioni estremamente variegate, senza mai rinnegare tuttavia la propria matrice originaria.

Per questo ad aprire il Festival 2019 vi sarà la Messa da Requiem di Gabriel Faurè, con il Coro città di Thiene e l’Officina Armonica diretta da Luigi Ceola (6 agosto ore 21, Duomo di San Matteo). Potrebbe sembrare grottesco aprire un Festival con una messa funebre, se non fosse che questo Requiem non ha nulla a che spartire con quel clima drammatico che pervade questo genere nella produzione di autori quali Mozart, Berlioz, e Verdi, ma anzi si colora di tinte nostalgiche e sospese. Sono le parole dello stesso Fauré ad aiutarci a comprendere il perché di questa scelta: “di questo Requiem si è detto che non esprime la paura della morte, qualcuno l’ha definito una ninna nanna della morte. Ma è così che io sento la morte: come una felice liberazione, un’aspirazione di felicità al di là, piuttosto che una transizione dolorosa”. Un’aspirazione di felicità, dunque, che ci porta nel cuore tutto cameristico di questo Festival.

I veri protagonisti di questa edizione sono gli strumenti ad arco, che il pubblico potrà conoscere da vicino assaporandone le sonorità in programmi da concerto diversissimi, e perciò complementari, fra loro. I solisti del Teatro alla Scala (giovedì 8 agosto ore 21, Teatro Millepini), formeranno un sestetto d’archi che ci farà viaggiare attraverso alcune delle pagine più straordinarie della musica cameristica mitteleuropea di inizio Novecento. Verranno infatti presentati brani di compositori dalla vita travagliata, in costante ricerca sia di una stabilità interiore – anche attraverso un riferimento musicale continuo alle proprie origini – sia di un mondo in cui poter vivere ed esprimersi. Verranno eseguiti i sestetti di Martinu, boemo naturalizzato statunitense, Korngold (le cui suggestioni austriache suonano a noi decisamente più familiari) moravo che pure emigrò in America per via delle sue origini ebraiche, e dell’altrettanto boemo Schulhoff che invece mai riuscirà a fuggire dal campo di concentramento di Wülzburg.

Domenica 11 agosto alle ore 21, presso il Teatro Millepini il sestetto si arricchirà di altri strumentisti e formerà così  un ensemble ancora più vasto, arrivando a costituire un ottetto d’archi. Nel concerto verranno accostate due composizioni apparentemente lontane – scritte nel 1825 e nel 1925, esattamente ad un secolo di distanza – che però mostrano un legame sottile per la pulizia neoclassica del contrappunto, per la linearità delle voci, per il riferirsi talvolta al grande Padre della Musica: Johann Sebastian Bach. Mendelssohn e Shostakovich, dunque, inframmezzati da un tuffo nella contemporaneità con la sonata per violoncello solo di Zimmermann, grande pezzo virtuoso del 1960 che mette in luce tutte le potenzialità tecniche e timbriche dello strumento, portandoci in un universo acustico ai limiti delle sonorità appartenenti alla musica elettronica. Il concerto ricade entro il progetto l’“Officina cameristica”, che ormai da più anni appassiona il pubblico asiaghese con l’obiettivo di creare una fucina musicale in cui amici di diverse generazioni, esperienze e provenienze si ritrovano ad Asiago con la volontà esplorare festosamente assieme alcune delle più belle pagine della musica da camera di tutti i tempi.

Il Polish Cello Quartet (martedì 13 agosto ore 21, Teatro Millepini), quartetto formato da giovani e talentuosi violoncellisti polacchi, presenterà un programma incentrato su compositori polacchi e belgi che raramente abbiamo la fortuna di ascoltare in Italia. Dopo un piccolo omaggio al nostro paese con il gustoso “in vacanza” del violoncellista e compositore italiano Carlo Alfredo Piatti, ascolteremo musiche di De Jong, Wilkomirski, Moulert e Tansman, che spaziano da sonorità frizzanti e leggere, a sperimentazioni più ardite.

I due appuntamenti che seguono, in modi completamente differenti, faranno provare al pubblico l’emozione di assistere ad eventi realmente unici ed inediti, in quella dimensione d’ascolto che il pubblico di ogni epoca ha vissuto di fronte alle composizioni divenute oggi dei classici intramontabili. L’omaggio al compositore ospite Artur Zagajewski (mercoledì 14 agosto ore 21, Teatro Millepini) vedrà infatti il Cellopassionato Ensemble, presenza insostituibile del Festival, impegnato in un programma costituito da alcuni brani contemporanei (per organici fino a nove violoncelli insieme) ma soprattutto dalla prima esecuzione assoluta di un brano che il Festival ha commissionato appositamente al M. Zagajewski, ospite d’eccezione della serata. Nell’arco della serata successiva (giovedì 15 agosto ore 21, Duomo di San Matteo) Maria Dal Bianco dirigerà il Coenobium Vocale, accompagnato da un organico strumentale rinascimentale, in alcune composizioni corali del Cinquecento e Seicento veneziano.

Uno degli ulteriori vanti di questo Festival è quello di integrare in modo organico esecutori di elevato spessore ed esperienza con giovani strumentisti, senza sacrificare mai la professionalità e la cura nell’esecuzione ed, anzi, ponendosele come preciso obiettivo di crescita per i giovani coinvolti. È il caso della messa in scena della “Fairy Queen” di Purcell (sabato 17 agosto, ore 17 al Forte Interrotto di Camporovere), in cui Sergio Gasparella dirigerà l’orchestra “Crescere in musica” formata da giovani studenti delle scuole di Thiene. Una gustosa semi-opera, in cui Purcell, con straordinario virtuosismo drammaturgico, intercala effervescenti momenti musicali alla recitazione del “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare.

Lionel Avot sarà il protagonista dell’ultimo concerto, che, dedicato all’organo, (Domenica 18 agosto ore 21, Duomo di San Matteo) ci riporterà con vigore nel pieno della sacralità che caratterizza il Festival fin dalla sua prima edizione. In programma troviamo infatti alcuni dei più importanti compositori, antichi e contemporanei, che si sono dedicati alla musica sacra con fervente dedizione: Bach, Liszt, Leguay, Messiaen e Duruflé. Il violoncello di Claudio Pasceri renderà ancora più interessante il timbro della serata grazie ad una speciale incursione nel programma con il “Louange a l’Eternité de Jésus” di Messiaen.

AsiagoFestival 2019 si connota dunque come una grande festa musicale, in cui i grandi del passato si mescolano ai compositori contemporanei, i giovani esecutori incontrano i più esperti, la voce tipica del coro e dell’opera incornicia i concerti di musica da camera pura, grazie alla forte impronta di Julius Berger, Claudio Pasceri ed Alberto Brazzale, direttori artistici ed organizzativi. Ogni concerto è ad ingresso gratuito – grazie anche al sostegno del Comune di Asiago, della Parrocchia di San Matteo e di Gran Moravia, Alpilatte – Burro delle Alpi – e verrà introdotto da una breve presentazione per accompagnare il pubblico in ognuno di questi brevi ma intensi viaggi musicali.

 

Info:

0424.464081 Ufficio Turismo Comune di Asiago

www.asiagofestival.it

 

Info per la stampa:

Alessandro Tommasi

+39 339 2938824

tommasialessandro93@gmail.com